lunedì 7 maggio 2018

32) I PERSONAGGI - JONATHAN AKPOBORIE - "La nave degli schiavi"

 "Se nasci a Lagos, hai solo tre possibilita' di vita, sopravvivere, delinquere, o andartene e possibilmente diventare calciatore.."
Queste le parole alla sua prima intervista dopo il suo esordio in Bundesliga di Jonathan Akpoborie. Il calcio di strada fu' per lui come per decine di ragazzini Nigeriani, il suo primo approccio per immaginare di fuggire da una condizione che li portera' inevitabilmente ad essere quotidianamente in competizione con la vita. Nasce a Lagos in una famiglia di 11 fratelli
dove la miseria obbliga tutti come regola, a partecipare al sostentamento di tutti, come si riesce. Con la Nigeria a 16 anni diventa campione del mondo e cio' gli varra' una borsa di studio che gli permettera' di varcare l'Oceano e di frequentare un college oltre che poter sviluppare la propria passione per il calcio.
Ha 17 anni, vive per tre anni a NewYork, al Brooklyn College. Pratica il soccer. Nel 1990 un osservatore tedesco lo nota e decide di portarlo in Germania. Lo accasera' al 1FC Saarbruecken con cui disputera' 2 stagioni in Zweite con 53 presenze e 9 reti. Gli anni seguenti passera' al C.Z.Jena per un complessivo score di 26 reti in 74 gare. La retrocessione nel 93/94 lo obbliga a cambiare di nuovo, resta in Regionalliga, con Lo Stuttgarter Kickers dove in un solo anno segna 37 reti in 32 partite. Ora le grandi cominciano ad interessarsi a Lui. E' con l'Hansa Rostock che assapora l'odore della Bundesliga. A meta' anno viene ceduto in Zweite al Waldhof Mannheim per farsi le ossa perche' ritenuto ancora inesperto. Al suo ritorno l'anno dopo segna da solo quasi la meta' delle reti dell'intera squadra, 14 in 31 incontri e si accattiva definitivamente l'affetto dei tifosi anseatici.
Ormai sta diventando una figura sempre piu' di spicco in Bundesliga. Tra le top si assicura i suoi servigi lo Stoccarda che lo impieghera' per le stagioni dal 1997 al 1999 ripagata da 21 gol in 58 partite. Compete con giocatori di livello internazionale come Toni Polster, Giovane Elber, Fredi Bobic e Ulf Kirsten. Ora che ha raggiunto la fama ecco che ha modo di adempiere a quello che la sua cultura e la sua famiglia gli hanno richiesto sin da piccolo. Occuparsi del sostentamento dei membri della famiglia. Acquista una piccola compagnia di cabotaggio, con ridotte navi traghetto. Ne rende soci e partecipi alcuni parenti e comincia a fare la spola sulle rotte tra Gabon e Benin. Ben presto diverra' molto rinomata come agenzia di navigazione. Nel frattempo si accasa al Wolfsburg, dove in 2 anni in 39 incontri segna 20 reti. E' il 1999. Nel 2001 durante un controllo di un traghetto, La polizia marittima trova a bordo bambini senza genitori ne documenti..Subito il Tam tam mediatico parla di tratta degli schiavi. Si dice che i bimbi fossero 250, alla fine la fonte ufficiale dice 43, ma altre voci dicono che 207 fossero stati gettati in mare prima di partire. La prima versione di Akpoborie fu che secondo consuetudine per i paesi africani, i bambini vengono mandati all'estero dai parenti per aiutare le famiglie. Ritratta, esclude partecipazioni di sorta e dice inoltre che non ne fosse a conoscenza assolutamente. Tenta in tutti i modi di salvare il nome della sua famiglia , ma prove fornite da un servizio della CNN lo mettono sempre piu' in cattive acque. UNICEF e associazioni umanitarie si mobilitano nel frattempo per screditarlo e la sua reputazione sara' compromessa per sempre. Alla Wolkswagen proprietaria del Wolfsburg, capiscono che questa pubblicita' negativa potrebbe ripercuotersi anche a livello pubblicitario per la casa automobilistica. Viene svincolato a titolo gratuito, con la scusante di dargli il tempo necessario affinche' la faccenda possa avere un chiarimento che non leda in futuro alla reputazione dell'azienda. Scopre che i suoi famigliari avevano comprato degli ispettori per chiudere un occhio, oltre a concedere loro anche agevolazioni sui viaggi. Dove finiscono le responsabilita', iniziano i sensi di colpa. Piu' che altro per essersi bruciato in maniera cosi' infamante una carriera costruita brillantemente e non ancora vissuta completamente. Una prova reale della sua diretta consensualita' nella faccenda non e' mai stata trovata. Forse la distanza dalla sua patria, la poca consapevolezza che gli espedienti di vita che sono consuetudine in Nigeria non appartengono alla realta' tedesca, un po' di ingenuita' nel gestirsi e affidarsi a persone che lo coinvolgeranno, per diluire le proprie responsabilita, sono stati i motivi per cui la sua carriera avra' un immediato stop. Con difficolta', cerchera' di tornare alla squadra che lo ha lanciato il Saarbruecken ma dopo 4 apparizioni, una distrazione alla cartilagine del ginocchio lo obblighera' a chiudere per sempre la carriera. Ora e' procuratore di giovani talenti africani. La sua famiglia gli ha voltato le spalle, forse e' comodo un capro espiatorio. Per riparare la propria immagine, ha preso parte a un film documentario dal titolo "La nave del bomber". Parla delle condizioni di vita nel suo paese e ha un ruolo di spicco, tendente fondamentalmente a ridimensionare la propria immagine, ormai per sempre compromessa.

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